Articoli

Cibi tipici grottagliesi

Immagine di repertorio

ALCUNI TIPI DI FRUTTA

– Li FICHITIGNE (fichi d’India);
– Li FICHE ‘MMARITATE ( i fichi vengono tagliati a metà e poi essiccati al sole. Una volta essiccati, si mette al centro una mandorla e un pizzico di buccia di limone grattugiata. Poi si chiudono e si arrostiscono);
– Le MELE COTOGNE, cotte al forno;
– Li CIÒSE (more di gelso);
– Li CIRÀSE (ciliegie).
 

PRIMI PIATTI

– FAE E FOGGHIE (fave e cicoria);
– FAVE SPIZZUTATE;
– RECCHITEDDE CU LI CIME DI RAPE O CU LI PURPIETTE E LI BRACIOLE (orecchiette con cime di rapa o con polpette  e involtini di carne);
– SPOLVERATE CON CACIORICOTTA (formaggio tenero locale);
– FAI E COZZE (fave e cozze);
– FAI RRAPATI (fave sfregiate, deturpate, raggrinzite): fave secche a cui è stato tolto il nasello nero e cotte con la buccia;
– MINESTRONE /fatto con verdure di cui la gente disponeva; solitamente si usava mettere una patata, una zucchina e dei piselli se vi erano. Piatto povero);
– LU CRANONI (granturco, mais, granone);
– SPAGHETTI ALLA MARINARA O CON COZZE RIPIENE;
– LASAGNA RIZZA, detta anche “pasta di San Ciseppu” ( lasagna riccia, usualmente fatta il giorno di San Giuseppe, il 19 marzo), fatta  “cu la muddica ti lu pani”. È conosciuta anche come la pasta dei poveri, perché, ai tempi dei nostri nonni e genitori, il pane grattugiato messo sulla pasta veniva utilizzato al posto del formaggio, che non tutti avevano; oggi alla mollica del pane vengono aggiunti olio, acciughe e peperoncino;
– MARANCIANE CHINE (melanzane ripiene);
– PARMIGIANA DI MARANCIANE (parmigiana di melanzane) o di zucchine;
– ACQUASÀLI (fatta con i semi di pomodoro, olio e sale), che condisce friselline o bruschette. Da non dimenticare di assaggiare le numerose PUDDICHE (focacce), ripiene di verdure e altro;ù
– PUCCE, PANE CUETTO (era un pane indurito che si ammorbidiva con l’acqua calda);
Ricordiamo le colazioni fatte con:
– “INCIGNATURA”, e cioè “nna bbédda fedda ti pani suppàtu cu li pummitòri spilati t’la cròna” (frugale colazione fatta con una fatta di pane inzuppato con i pomodori sfilati dalla corona);
– PANE E CIPODDA (pane e cipolla);
– CIPODDE RACANATE OA A LU FURNU (cipolle gratinate o al forno);
– PASTA SCARFATA (pasta riscaldata).
 
 

Ricetta: la recchia t’la furtuna

Cré rècchjtéddi. La mamma, mai stanca,
lu tavuliére metti sob’la banca.
Tre francate ti farina,
una ti gruéssu,
miénzu ‘nu fuéssu,
acqua quanta basta,
‘nu pizzico ti sale,
ci vué, no’ faci male,
pò ‘na scannatine
e pronta è la pasta
… continua.
Particolarità:un piatto le cui origini si perdono nel tempo, realizzato con i prodotti semplici che la nostra terra produce (come grano, olive, cipolla, basilico). Le orecchiette sono anche di buon augurio a chi trova nel proprio piatto la “recchia t’la furtuna”, un’orecchietta dalla dimensioni più abbondanti delle altre.
Noto anche “ lu maccarrone luengo luengo”, cioè un maccheroncino,sempre fatto in casa, un po’ più lungo degli altri: chi lo trova nel piatto, lava i piatti.
 

SECONDI PIATTI

 – AGNELLO O CONIGLIO con patate al forno;
– COSTOLETTE;
– GNUMMARIÉDDI (involtini di agnello attorcigliati a forma di gomitolo) e SALSICCE ALLA BRACE;
– MARRÉTTU (manicaretto, grosso involtino di coratelle di agnello avvolto da budella) e CAPUZZÉLLA (testina di agnello, cotta al forno);
– PURPIETTE DI OVE (polpette fatte con pane grattugiato, uova e formaggio);
– PATEDDE A LU FURNU (lumaconi al forno condite con sale, olio, limone e pepe);
– LUMACHE (lumachine bollite a bagno maria e poi nel sugo preparato);
– FÉCUTU (il fegato);
– LU CUGGIÒNI (ghiozzo, gabbione, sorta di pesce);
– LI ‘NTRAMI (budella di animali, che vengono pulite, bollite e poi cotte col ragù);
– LI BRACIOLE (involtini ripieni di aglio, prezzemolo, peperoncino e grana o pecorino);

 

CONTORNI 

– PEPERONI AL FORNO;
– DIAVULICCHI FRITTI (sardelline fritte prima nell’olio bollente e poi cotte nel sugo precedentemente preparato con la cipolla). Solitamente vengono “accompagnate” dal pane o dalle fave;
– MARANCIANE A FUNCITIÉDDU (melanzane tagliate e soffritte con olio, aglio e pomodoro);
– FRITTATA;
– LU FASULÌNO (fagiolino, utilizzato come contorno a carni o formaggio o come condimento alla pasta);
– LU FASÙLU (il fagiolo, legume che viene mangiato da solo o con il pane e la pasta);
– VERDURE DI CAMPAGNA, di diverso genere: 
  • li ciòccie una verdura campestre, ottima se cotta con aglio e olio (agghiu manciàtu nna minestra ti ciòcci e cicuredde cu li fae!ho mangiato una minestra di “cioccie” e cicoria con le fave);
  • li zangùni;
  • li crocecchie;
  • la gneta, (la bietola);
  • lu cuécculu ( broccolo, torsolo di rapa, sedano, finocchio);
  • li spruscine;
  • lu cummaràzzu (melone ancora non maturato e deforme);
Da non dimenticare di assaggiare le numerose PUDDICHE (focacce), ripiene di verdure e altro; PUCCE, PANZEROTTI, farciti con mozzarella e pomodoro; li CARTIDDATE (dolci natalizi fatti in casa); li PETT’LE (frittelle salate, che si mangiano nelle vigilie dell’Immacolata e di Natale). Ottimi il pane e i taralli dolci e salati. Tra i vari dolci sono caratteristici quelli con le mandorle, li SANNACCHIUT’LE (dolcetti natalizi, fritti e croccanti, imbevuti nel miele); li PALOMME (pane pasquale, dolce o salato, sagomato in varie forme: agnello, cesta, colomba, con uovo nel mezzo.
Tra le pietanze natalizie vanno ricordati i CAPPONI. L’agnello, invece, è ancora la ghiottoneria pasquale.