Stemma Grottaglie

Immagine di repertorio 

LO STEMMA DI GROTTAGLIE

 

Lo stemma di Grottaglie si può vedere riprodotto nella Chiesa di S. Chiara, dipinto sullo stipone decorato del 1777, in cui si conserva la statua argentea della Madonna di Mutata, protettrice di Grottaglie. Esso presenta alcune differenze rispetto allo stemma più noto e recente:una mucca sbuca da una grotta sulla quale biondeggiano sei spighe di grano, con in alto al centro la stella splendente a sei punte. La grotta, presente nell’ etimologia dello stesso toponimo, è il sicuro ricovero e la fucina impareggiabile per l’arte ceramica; la mucca e le spighe simboleggiano l’ubertoisa ricchezza dei campi e dei pascoli, mentre le sei spighe richiamano i sei casali che nel 1297 vennero aggregati al casale di Grottaglie (Casal Grande), e cioè Salete, S.Teodoro, Termenteto, S. Vittore, S. Maria de Angaria e Casalpiccolo. La stella a sei punte che sovrasta tutto, indica favore e propiziazione per l’economia rustica del paese.

Inoltre, una scuola di pensiero sostiene che sia la stella a sei punte di David che rappresenta la presenza degli Ebrei nella zona grottagliese (Gravina del Fullonese)

Cappelle rupestri

Ubicate nelle vicine gravine, cripte e chiese rupestri sono ormai in uno stato di degrado irreparabile.

Nella gravina di Riggio, minacciata dalla escavazione delle ruspe, bisogna ricordare:

Chiesa cripta del Salvatore

Risale ad un periodo altomedievale.

Chiesa di S. Nicola o cripta minore.

Nella gravina di Penziere:

Chiesa-cripta di San Biagio

Conservava fino a qualche decennio fa un ciclo di notevoli affreschi medievali quasi del tutto scomparsi.

Nella Lama del Fullonese:

Chiesa-cripta dei Santi Pietro e Paolo

In contrada Lonoce:

Chiesa-cripta di S. Pietro

Sono visibili diversi affreschi.

Delle altre si riporta solo un elenco perché alcune di esse sono ormai scomparse:

  • Addolorata;
  • S. Antonio Abate;
  • Carmine;
  • Rosario;
  • S. Cataldo della Macchia;
  • Crocifisso;
  • S. Leonardo;
  • S. Maria di Galeasi;
  • S. Maria delle Grazie;
  • S. Maria del Prato;
  • S. Vito;
  • S. Angelo del Cavorto;
  • S. Andrea;
  • S. Benedetto di Caprarica;
  • S. Giorgio;
  • S. Giovanni;
  • S. Marco fuori le mura;
  • S. Margherita;
  • S. Maria del Paradiso;
  • S. Martino;
  • S. Matteo;
  • S. Sofia;
  • Madonna del Buon Consiglio;
  • Madonna di Pompei.

 

 

Lupo Gennaro

Immagine di repertorio

NOME: Gennaro
COGNOME: Lupo
LUOGO E DATA DI NASCITA: 30 marzo 1877 , Grottaglie
PROFESSIONE: pittore
VITA: E’ tra i maggiori esponenti della scuola pittorica grottagliese.
Nacque a Grottaglie il 30 marzo 1877. Anch’egli come i suoi amici – colleghi, fu allievo di Agesilao Flora, dal quale apprese soprattutto i segreti dell’affresco. Fu tra i primi a frequentare la regia Scuola d’Arte di Grottaglie dove, nel 1894, ottenne il diploma. Insegnò, negli anni della giovinezza, a Maglie, Galatina e a Grottaglie dove intraprese l’attività di affreschista e decoratore. Giovanissimo, nel 1900 vinse il concorso, indetto dal Museo Artistico Industriale di Roma, per la decorazione del soffitto della Chiesa Madre. Egli propose e successivamente realizzò, tre medaglioni (grandi tele ovoidali), nei quali erano rappresentati: l’apoteosi di San Francesco De Geronimo, la Madonna della Mutata, compatrona di Grottaglie (assieme a San Ciro) e, al centro, la SS. Eucaristia. Il soffitto, purtroppo, non è visibile perché nel 1938 fu eliminato nel corso di alcuni dei tanti lavori che hanno cambiato il volto della Chiasa Collegiata, per la corrosione verificatasi a seguito di infiltrazioni dal tetto. Tra gli altri, numerosi incarichi che Gennaro Lupo ricevette negli anni successivi, quello di decorare la Chiesa di Santa Chiara, annesso al convento delle Clarisse, dove realizzò, tra l’altro, le grandi tele istoriate  con la vita della Santa d’Assisi.
La sua attività di insegnante si concluse a Penne (Pescara).
Morì il 3 agosto 1946.     
                                                                                                           
FONTI BIOGRAFICHE: “Grottaglie nel tempo”, Rosario Quaranta.

I Palazzotti di Grottaglie

Palazzo Cometa Grottaglie

PALAZZO COMETA

Con impianto a sviluppo sincronico, facciata pentacellulare e un elegante giardino padronale nella corte interna, è Palazzo Cometa (anticamente Maggiulli ) databile con precisione al 1603.

 

PALAZZO ETTORRE

Edificio che nasce da un raddoppiamento del corpo preesistente.

 

PALAZZO ORLANDO

Nella piazza principale (Regina Margherita) vi è Palazzo Orlando, databile a prima del 1646 grazie al ritrovamento dello stemma su di una parete appartenente ad un ampliamento di tale periodo. L’impianto di tale costruzione ricalca la logica dei palazzi dell’epoca: al piano terra erano localizzati i depositi e le stalle, raggiungibili direttamente dall’abitazione signorile, sempre posta al primo piano, nell’appartamento nobile, dove troviamo un ambiente doppio rispetto alle cellule normali.

 

PALAZZO PIGNATELLI

Su via Mastropaolo si affaccia il Palazzo Pignatelli (sec. XVII), sede di una delle famiglie più cospicue di Grottaglie.

 

PALAZZO DEL SECONDOGENITO O URSELLI

Di fronte al monastero di S. Chiara è il palazzo del Secondogenito, già appartenuto alla famiglia Cicinelli e attualmente noto come Palazzo Urselli; risale al secolo XVII.

Presenta una semplice facciata e un interessante cortile adiacente al portone di ingresso dall’aspetto tipicamente spagnolo, e ciò conformemente alla dominazione che si ebbe a Grottaglie in quel periodo.

 

PALAZZO BLASI

Palazzo Blasi presenta una facciata barocca, anche se molti sono gli elementi posteriori all’impianto originario. Una notazione importante: l’ingresso non viene posto sulla strada principale (simmetricamente rispetto alla facciata), ma è sacrificato sull’angolo della strada trasversale, per renderlo visibile dalla vicina piazza.

 

PALAZZO DEI PRINCIPI CICINELLI

Il palazzo fu costruito nella piazza principale dalla nobile casata napoletana nella seconda metà del secolo XVII. E’ un monumento deturpato sia perché trascurato in seguito all’abbandono dei proprietari per l’abolizione della feudalità; sia per i vari riadattamenti subiti.

Il prospetto è stato rifatto e stravolto nel secolo scorso per cancellare il ricordo feudale.

Nelle lunette dell’atrio si possono ancora vedere alcuni affreschi con scene e personaggi collegati alla famiglia dei feudatari.

Lavorazione ceramica e tecnologie produttive

ceramiche, capasone

Le tecnologie produttive relative alla ceramica tradizionale di Grottaglie sono le tecnologie arcaiche, quelle utilizzate nel passato. La materia prima, l’argilla, veniva – e viene tuttora – estratta dalle cave locali. Spesso per produzioni più particolari, per oggetti di particolare raffinatezza, si fa uso anche di argille provenienti da altre parti d’Italia, ma queste si utilizzano per lo più come correttivi alla materia prima locale. Rimane il fatto che, se Grottaglie può vantare una tradizione d’artigianato ceramico, lo si deve principalmente alla possibilità di approvvigionarsi, sin da antica data, di materia prima in giacimenti locali.

Le fasi della lavorazione ceramica, basate su una serie di operazioni che ripercorrono l’antica attività amanuense, sono:

– l’estrazione,
– la preparazione, la purificazione e la plastificazione dell’argilla,
– la foggiatura,
– l’essiccamento,
– la prima cottura,
– la smaltatura,
– la decorazione,
– la cottura finale.

La fase che maggiormente caratterizza Grottaglie è quella relativa alla lavorazione al tornio. Si utilizza un tornio di origine greca e di ispirazione saracena, adatto alla foggiatura degli oggetti circolari: piatti, coppe, vasi. Al vecchio tornio a pedale ormai si è sostituito il tornio elettrico, senza che questo abbia modificato l’attività del torniante che, in ogni caso, realizza tuttora la forma dei vari oggetti grazie all’esperienza, all’abilità personale e alla gestualità consapevole delle sue mani sull’argilla. Un aspetto che Grottaglie può sicuramente vantare a livello mondiale è quello della professionalità dei suoi tornianti. Per ciò che riguarda la cottura, esistono ancora alcuni forni a fiamma libera (forni monumentali), adatti a cuocere oggetti di grossa volumetria, come ad esempio i “capasoni”, enormi vasi che sviluppano un’altezza che può arrivare ai due metri e mezzo, tre metri. Oggi però sono in voga soprattutto i forni a gas o quelli elettrici. Tuttavia, nel complesso, tutti gli apparati che regolano tecnologicamente le fasi produttive sono ancora quelli che hanno caratterizzato la storia di questo particolare prodotto, la maiolica.

Nei vari periodi della sua storia legata all’artigianato ceramico, Grottaglie non si caratterizza per stili ben precisi, ovvero che abbiano una loro connotazione filologica e stilemica individuabile a livello grafico. Si può dire che esistono decori che afferiscono ad aree storiche come i decori post-rinascimentali o quelli del periodo barocco e del periodo neoclassico. Sono decorazioni che, a differenza di altri centri ceramici, hanno sempre la virtù e la particolarità di essere fondati per lo più su motivi generici e/o floreali sinusoidi e spigliati, liberi e fantasiosi. Decorazioni realizzate a mano libera, senza alcun strumento che ne riporti preventivamente il disegno. Questo è sicuramente un aspetto molto importante che finisce per caratterizzare gli oggetti rendendoli eleganti, briosi, vivi, autenticamente umani. Con l’oggetto nel suo farsi, il maestro ceramista stabilisce un dialogo che ha una forte valenza pedagogica: sono proprio la pennellata, la spontaneità del tocco dell’artigiano sullo smalto, l’utilizzazione dei colori tipici della ceramica di Grottaglie a far da tramite fra l’uomo e la sua piccola grande opera in via di realizzazione. Gli smalti scaturiscono da ricette segretissime, vere e proprie formule di cui ogni ceramista è geloso e che altrettanto gelosamente le famiglie si tramandano di padre in figlio. Lo stesso si può dire della composizione dei colori e di alcuni aspetti decorativi. Grottaglie non può vantare, come fa Faenza, famiglie artigiane stilisticamente ben definibili. Si può certamente rilevare che nel periodo settecentesco impera il concetto della serpentina, una linea semisoidale che si intreccia con foglie e fiori dove spesso si inserisce il motivo geometrico. Nella ceramica neoclassica, d’ispirazione più prettamente popolare, troviamo decorazioni che riportano tematiche che oggi potremmo chiamare “naif” per la loro originalità e spontaneità. Se c’è un’influenza che ha avuto per Grottaglie un determinante valore di riferimento, è quella dell’area napoletana, in particolare di quella irpina, specie per quanto riguarda la ceramica d’ispirazione popolare, quella che possiamo definire “spontanea”, che nasce dalla fantasia e dall’immediatezza dell’artigiano nel momento cruciale in cui prende la decisione di ciò che sull’oggetto andrà a decorare con semplicità e passione.