Finestre sul cielo

I trafori non necessariamente erano destinati a sculture o gruppi scultorei, in alcuni casi è evidente che in essi non fossero previsti. Le trasparenze, in alcuni casi anche di modeste dimensioni, sono presenti anche negli esterni come nelle facciate. Le ragioni della loro presenza, di un vuoto, come cornici di un quadro, rendono le facciate impermeabili*. Il motivo del traforo è presente anche nel fastigio, nella parte terminale della facciata.
A Grottaglie ad l’esempio l’oratorio dei Chierici (dove nel 1672 si aggrega la Confraternita del Purgatorio) è caratterizzato da una elegante facciata con loggia a tre arcate, affiancata da un finestrone “a lire” e un’apertura (quasi) ottagonale del XVIII secolo che incornicia il cielo**.

 

 

*V. Cazzato, Arcoscenici barocchi: trafori e trasparenze nel barocco di Puglia, in Kronos (2013), p.301.
**Ivi pp. 302-303

Vuele li cuecce o li sordi?

Per generazione la figura del Laùru, da sempre immaginato nella mente collettiva come un folletto/spiritello o -nei minori dei casi- come un bambino non battezzato, che ha coinvolto non soltanto l’ambiente tarantino ma anche salentino (scazzamurieddhru) e manduriano. Il nome “Laùro” deriva dal laùro (albero di alloro) dove il folletto si rifugiava nel diurno scatenando i propri capricci e ira funesta al malcapitato di turno nella notte.

La tradizione narra che il folletto si posi sul petto del malcapitato immobilizzandolo e impedendogli di respirare; oppure nelle fattorie si racconta che esso sia capace di intrecciare la criniera ai cavalli facendo ammattire il proprietario per districare la folta criniera.

In realtà entrambi i casi gli “scherzetti” del Laùro sono riconducibili a casi clinici: il primo, il peso sul petto, è dovuto a una cattiva digestione; il secondo a un tipo di bruco che si annida nelle criniere dei cavalli facendo intrecciare i peli.

Lu Laùro però può portare, se si riesce a togliere il cappello rosso che indossa, oro al malcapitato e il folletto porrà una domanda: “Vuele li cuecce o li sordi?” (Vuoi i cocci o i soldi?). Questo però è un tranello perché se si sceglie i soldi esso ti porterà ad avere cocci mentre se scegli i cocci ti porterà a scoprire i suoi tesori nascosti.

Per scacciare lo spiritello bisognava mangiare una fetta di pane seduti sul water.

A disparte da questa tradizione folkoristica, è presente un’altra più “romantica” del Laùro: negli anni passati l’amoroso e/o l’amante, di una donna per non farsi scoprire dalla famiglia di lei o di lui era solito coprirsi dalle spalle al volto con una “manta” e cercare di destreggiarsi nell’oscurità senza farsi riconoscere; i bambini che giocavano per le strade e lo vedevano nel buio urlavano: “E’ lu Laùro!

Colonne inglobate e colonne ad angolo

È ricorrente nel sud della Puglia il motivo di derivazione michelangiolesca della colonna alloggiata all’interno di uno scavo praticato in una sezione della parete o di un pilastro. Degli esempi grottagliesi possono essere entrambi i portali settecenteschi di Palazzo Blasi in via Maggiulli e soprattutto il palazzo De Felice (datato 1767) in piazza Santa Lucia. In entrambi i casi le colonne, poste laterali al portone, sono posate su alti basamenti e poi racchiuse da pilastri creando un gioco chiaroscurale che le evidenziano*.

Importante nella storia dell’architettura è anche le colonne ad angolo e gli angoli smussati.
La colonna ad angolo è di grande scenografia per le prospettive urbanistiche del centro storico. Lo scopo della colonna ad angolo è quello di integrare lo spazio-strada all’edificio dove essa è posizionata. La disposizione di pilastri angola e/o colonne angolari segue gli assi principali di accesso alla città e lungo i percorsi processionali o vicine a emergenze architettoniche**. Solitamente, il capitello è sovrastato dallo stemma o da una nicchia con la statua di un santo- raro è il caso dell’iscrizione-. L’altezza della colonna è in funzione allo spazio urbano ma in alcuni casi può essere anche più alta del pian terreno***.

A Grottaglie le colonne ad angolo sono poste sugli assi d’ingresso alla cittadina come in via Vittorio Emanuele II presso il palazzo Cometa, originariamente via d’accesso al paese tramite Porta Sant’Angelo e la seconda invece è collocata in via Battista punto nevralgico per il flusso processionale.

 

* Vincenzo Cazzato, “La dialettica dei volumi nell’architettura salentina tra 500 e 600” p. 364 in
** Vincenzo Cazzato, “Lecce: Assi e linguaggio di una città barocca” pp.371-371 In (a cura di) M.M. Madonna e L. Trigilia, “Barocco Mediterraneo: Sicilia, Lecce, Sardegna, Spagna”, Istituto Poligrafico dello Stato Libreria dello Stato, Roma 1992.

 

Progetto STEM: terzo incontro

Il 21 ottobre 2017, si è svolto il terzo incontro con gli studenti della scuola IC D’Amicis in merito al Progetto STEM (Piccole donne crescono siSTEMaticamente).

Partendo con lo studio della fisica e chimica, siamo arrivati a parlare degli ‘esseri viventi’.

Il tema odierno è stata la ricerca dei numeri nell’architettura nei monumenti grottagliesi, infatti, è stata studiata la facciata della Chiesa Madre e della Chiesa del Carmine con il noto Presepe di Stefano da Putignano.

 

 

Graduatorie Servizio Civile Nazionale UNPLI

GRADUATORIE
Pubblicate le graduatorie dei volontari del Servizio Civile UNPLI, bando 2017.

 

A decorrere dalla data di inserimento della graduatoria, sarà possibile effettuare eccezioni alla stessa come da legge entro e non oltre 15 giorni.