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Fauna a Grottaglie

repertorio google immagini

Nel passato, quando abbondava l’acqua (c’era una cascata, un corso d’acqua permanente e il notevole serbatoio detto “caggione”, con acqua in permanenza sufficiente per le necessità degli abitanti della gravina), gli uccelli abbondavano, come anche molte specie acquatiche.

Le stanziali erano presenti anche in grande numero e parecchie nidificavano nella gravina stessa.

La Gravina di Riggio era un paradiso ornitologico, nel quale non mancavano le specie più belle e interessanti, come la Ghiandaia, il giallo-nero Rigogolo, il superbo Gufo reale, ecc.

Non mancavano il Martin pescatore e qualche Spatola, anche se rara. Frequenti anche gli Aironi (cinerino e rosso).

Ancora oggi, seppur in quantità minima, si possono trovare di passo o stanziali.

L’elenco finale delle specie faunistiche annovera 48 presenze. Tra quelle più noti:

  • Allocco;
  • Averla;
  • Ballerina;
  • Beccaccino;
  • Cardellino;
  • Civetta;
  • Fringuello;
  • Gufo reale;
  • Merlo;
  • Passero solitario;
  • Pettirosso;
  • Rondine;
  • Storno;
  • Barbagianni;
  • Tordo;
  • Tortora;
  • Usignolo;
  • Ecc.

Cappelle urbane

S. Maria in Campitelli, una delle chiese elencate

S. Lorenzo

Una volta fuori dell’abitato, sita sulla strada che da porta S. Angelo si dirigeva alla chiesa di San Francesco di Paola, è oggi inglobata nelle costruzioni di via XXV Luglio. Appartiene al secolo XVI ed è sconsacrata da alcuni decenni. La lunetta sovrastante il portale conserva ancora un affresco residuo raffigurante il santo martire Lorenzo.

 

S. Maria in Campitelli

Si trova nel rione omonimo e risulta ormai nascosta e soffocata dalle costruzioni circostanti; meriterebbe un recupero anche per motivi storici.

 

S. Nicola Nuovo

La prima costruzione risale al sec. XIV.

 

S. Maria della Serra

Una delle chiese più antiche; fu sede nei secoli XVII-XIX della confraternita dello Spirito Santo.

 

S. Marco

Era la chiesa annessa al vecchio Ospedale fondato dall’arciprete Leonardo Cecere nel 1464.

  • Lucia;
  • Veneranda;
  • Pietro;
  • Maria della Pietà;
  • Giorgio;
  • Angelo (presso l’antica porta principale);
  • Benedetto;
  • Giacomo Maggiore e Filippo;
  • Giuliano;
  • Maria Maddalena;
  • Nicola Vecchio;
  • Salome;
  • Stefano dei Giudei.

Cappelle rupestri

Ubicate nelle vicine gravine, cripte e chiese rupestri sono ormai in uno stato di degrado irreparabile.

Nella gravina di Riggio, minacciata dalla escavazione delle ruspe, bisogna ricordare:

Chiesa cripta del Salvatore

Risale ad un periodo altomedievale.

Chiesa di S. Nicola o cripta minore.

Nella gravina di Penziere:

Chiesa-cripta di San Biagio

Conservava fino a qualche decennio fa un ciclo di notevoli affreschi medievali quasi del tutto scomparsi.

Nella Lama del Fullonese:

Chiesa-cripta dei Santi Pietro e Paolo

In contrada Lonoce:

Chiesa-cripta di S. Pietro

Sono visibili diversi affreschi.

Delle altre si riporta solo un elenco perché alcune di esse sono ormai scomparse:

  • Addolorata;
  • S. Antonio Abate;
  • Carmine;
  • Rosario;
  • S. Cataldo della Macchia;
  • Crocifisso;
  • S. Leonardo;
  • S. Maria di Galeasi;
  • S. Maria delle Grazie;
  • S. Maria del Prato;
  • S. Vito;
  • S. Angelo del Cavorto;
  • S. Andrea;
  • S. Benedetto di Caprarica;
  • S. Giorgio;
  • S. Giovanni;
  • S. Marco fuori le mura;
  • S. Margherita;
  • S. Maria del Paradiso;
  • S. Martino;
  • S. Matteo;
  • S. Sofia;
  • Madonna del Buon Consiglio;
  • Madonna di Pompei.

 

 

I Palazzotti di Grottaglie

Palazzo Cometa Grottaglie

PALAZZO COMETA

Con impianto a sviluppo sincronico, facciata pentacellulare e un elegante giardino padronale nella corte interna, è Palazzo Cometa (anticamente Maggiulli ) databile con precisione al 1603.

 

PALAZZO ETTORRE

Edificio che nasce da un raddoppiamento del corpo preesistente.

 

PALAZZO ORLANDO

Nella piazza principale (Regina Margherita) vi è Palazzo Orlando, databile a prima del 1646 grazie al ritrovamento dello stemma su di una parete appartenente ad un ampliamento di tale periodo. L’impianto di tale costruzione ricalca la logica dei palazzi dell’epoca: al piano terra erano localizzati i depositi e le stalle, raggiungibili direttamente dall’abitazione signorile, sempre posta al primo piano, nell’appartamento nobile, dove troviamo un ambiente doppio rispetto alle cellule normali.

 

PALAZZO PIGNATELLI

Su via Mastropaolo si affaccia il Palazzo Pignatelli (sec. XVII), sede di una delle famiglie più cospicue di Grottaglie.

 

PALAZZO DEL SECONDOGENITO O URSELLI

Di fronte al monastero di S. Chiara è il palazzo del Secondogenito, già appartenuto alla famiglia Cicinelli e attualmente noto come Palazzo Urselli; risale al secolo XVII.

Presenta una semplice facciata e un interessante cortile adiacente al portone di ingresso dall’aspetto tipicamente spagnolo, e ciò conformemente alla dominazione che si ebbe a Grottaglie in quel periodo.

 

PALAZZO BLASI

Palazzo Blasi presenta una facciata barocca, anche se molti sono gli elementi posteriori all’impianto originario. Una notazione importante: l’ingresso non viene posto sulla strada principale (simmetricamente rispetto alla facciata), ma è sacrificato sull’angolo della strada trasversale, per renderlo visibile dalla vicina piazza.

 

PALAZZO DEI PRINCIPI CICINELLI

Il palazzo fu costruito nella piazza principale dalla nobile casata napoletana nella seconda metà del secolo XVII. E’ un monumento deturpato sia perché trascurato in seguito all’abbandono dei proprietari per l’abolizione della feudalità; sia per i vari riadattamenti subiti.

Il prospetto è stato rifatto e stravolto nel secolo scorso per cancellare il ricordo feudale.

Nelle lunette dell’atrio si possono ancora vedere alcuni affreschi con scene e personaggi collegati alla famiglia dei feudatari.

Cappella del Monticello

immagine presa da Facebook 

La cappella del “Centro Monticello” è stata consacrata il 1 ottobre del 1972 ed è stata intitolata alla Madonna di Lourdes e a San Francesco de Geronimo.

La planimetria della cappella si rifà ad un linguaggio classico dell’architettura clericale quale è la pianta centrale.

L’elemento di novità proposto è l’uso dello stereotipo locale del trullo, caratterizzato dalla robustezza del basamento e dalla particolare forma conica del tetto.

Le caratteristiche peculiari del trullo vengono enfatizzate nella base, mentre la copertura richiama la forma conica, ma stilizzata attraverso delle grosse curvature in cemento armato.

Ad enfatizzare lo stacco tra le due parti architettoniche del basamento e della copertura c’è una vetrata di circa 1,5 metri, che permette la smaterializzazione tettonica tra le parti oltre ad una diffusione costante e tenue della luce.

La copertura è sorretta da 8 grossi pilastri che nella parte basamentale vengono inglobati nella muratura di pietra di Locorotondo dando così un andamento sinusoidale al perimetro interno.

Nella parte superiore le grosse curvature convergono verso un lucernario centrale che permette la luce diretta dell’ambiente.

La superficie utile è di 364 m² e può ospitare circa 400 fedeli.

La sacrestia, attigua al presbiterio, è ricavata da un’introflessione del paramento murario, che lascia inalterata la forma circolare esterna.

Il presbiterio è posto in perfetto asse con l’ingresso al quale si accede per i gradini (simbolo del calvario di Cristo). L’altare prende spunto dall’idea del sarcofago prismatico ed è monolite in marmo.

Il tabernacolo sferico in ceramica è opera del prof. Vincenzo De Filippis su disegno dell’architetto Ginnico, mentre la colonna che sorregge la sfera è in cemento armato.