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Rimedi medici

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Alcuni rimedi medici (personalizzati):

.-famoso “di cuetto”, in italiano detto “di cotto

(un bollito fatto da scarto di fiche e bucce di mandorle);

-limone bollito;

-vari rimedi per curare i mal di pancia e i mal di testa;

 

      Prima era solito curarsi i mal di testa con la ”n’ fascinatura” e i mal di pancia o con l’aglio o con i “tagghjàvunu li viérmi”mediante formule magiche meglio superstizioni che si sono tramandate.

Il primo consisteva nel prendere uno spicchio d’aglio, sminuzzarlo, messolo in un bicchiere d’acqua farlo trangugiare subito; poi prendere altri due spicchi, appenderli a modo collana al collo, ed un altro spicchio diviso in due, prendere una parte di esso e fasciare sull’ombelico. Per quanto riguarda li”tagghjà li viermi” (liberare il ventre dagli ascaridi)consisteva proprio nel “tagliare i vermi”. Coloro che praticavano ciò, perché la formula magica avesse più effetto, bisognava insegnarla possibilmente non più che a tre persone, in una notte preferibilmente di venerdì. Inoltre le praticanti di li”tagghjà li viermi” erano un po’ gelose d’insegnare il loro segreto perché da questa pratica traevano anche qualcosa da mangiare, come compenso. In questo scongiuro s’invocano i Santi Cosimo e Damiano, celebri taumaturghi, che hanno speso la loro vita curando gratuitamente gli ammalati.

 

Riportiamo sotto le due formule rituali di scongiuro contro il”male dei vermi” utilizzati dalle praticanti”tagghia li viermi”.

 

1° formula: Santu Còsumu e Ttamianu, vui cu lla penna e iu cu lla manu, tagghjati li viermi a stu Cristianu!

(San Cosimo e Damiano, voi con la penna ed io con la mano, tagliate i vermi a questo Cristiano)!

 

2° formula: lu lunitia Santu, lu martritia Santu, lu miercritia Santu, lu sciuvitia Santu, lu viennritia Santu, lu sabb’tu Santu, la tumenica ti Pàsca, e lli viérmi cu lli sc°ccia!

(Il lunedì Santo, il martedì Santo, il mercoledì Santo, il giovedì Santo, il venerdì Santo, la domenica di Pasqua, che possa scacciare i vermi)!

 

Con i gesti e le parole rituali, servendosi di oggetti(acqua, sale, olio, capelli, ed altre cose simili) si pretende di agire efficacemente sulle forze della natura, o per calmarle o per ottenerne un aiuto immediato e duraturo.

La sintomatologia della “ n’fascinatura” è però diversa: negli adulti si manifesta con forte emicrania, nei bambini con pianto continuo e inspiegabile.

Per la formula registrata a Grottaglie, il materiale occorrente è il seguente:

un piatto con dentro l’acqua, un cucchiaio d’olio d’oliva, e se il paziente è assente basta una sua foto o un indumento intimo da porre sotto il piatto.

 

 Inizia il rito: mentre il paziente stende la mano sul piatto, la guaritrice fa tre segni di croce sulla sua fronte e sul piatto, e versa tre gocce d’olio nel piatto dicendo”uécchji cu uécchji cu crepa, uécchji malignu cu sckatta! Lu mali ca nci sté, cu nno vvé cchjù nnanti! “

(occhio con occhio che crepi, occhio maligno che schiatti, il male che c’è, che non progredisca).

 Detta formula, si ripete tre volte; se l’olio gettato nel piatto si espande in modo istantaneo, l’emicrania o il pianto del bimbo, per quanto forte, deve cessare già dopo la recita della prima terna. Se questo non si verifica nemmeno dopo la recita della terza volta, significa che l’emicrania o il pianto del bimbo non è di natura maligna, ma di altra natura.