Oratori

 

Oratorio del Carmine

Eretto di fronte alla chiesa del Carmine attorno alla metà del XVI per accogliere i confratelli del pio sodalizio carmelitano, l’oratorio si compone di un’aula principale adibita a cappella e per le riunioni dei confratelli, e di piccoli locali annessi.

Fino a qualche anno fa era impreziosita da un buon numero di tele, alcune di pregio, vandalicamente asportate.

Di un certo interesse all’angolo esterno il gruppo lapideo raffigurante la Vergine del carmelo, realizzato nel secolo XVI.

Oratorio del Purgatorio

Questo elegante oratorio, sito in piazza Regina Margherita, a sinistra della chiesa Madre, apparteneva in origine alla Congrega dei Chierici cui si aggregò poi la confraternita del Purgatorio. Insieme i due sodalizi trasformarono nel 1672 una casa già appartenuta a D, Marcantonio Pignatelli nella cappella attuale.

E’ posto al piano superiore dell’antica casa e vi si accede con una scala che immette in una elegante soggetta a tre arcate e con artistica balaustra. L’aula centrale è stata di recente restaurata e costituisce un bell’esempio di arte del Sei-Settecento.

Nei locali annessi si conservano le statue dei Misteri che vengono portate in processione il venerdì santo. Sono cinque simulacri di cartapesta raffiguranti il Cristo nell’orto, coronato di spine, flagellato alla colonna, che cade sotto il peso della croce, e sulla croce; le due statue lignee del Cristo Morto e dell’Addolorata.

Le prime cinque appartengono probabilmente alla prima metà del secolo XIX o alla fine del Settecento; le altre due sono certamente più antiche.

Oratorio del Santissimo Sacramento

Venne costruito nel 1559 dai confratelli della congrega del Sacramento che già esisteva nella chiesa madre fin dal 1550 e per quelli della confraternita del Salvatore.

Questo antico edificio poggia sui locali del vecchio ospedale di San Francesco d’Assisi adiacente alla chiesa madre; versa purtroppo in un preoccupante stato di degrado.

La mirabile cappella del sacramento della chiesa madre venne edificata e abbellita nella metà del Settecento a spese dell’omonima congrega.

Statua dell’Immacolata

Gaspare Mastro, processione dell’Immacolata

Giuseppe Picano                           

(Napoli, doc. 1767-1825)

Immacolata, 1783

Legno scolpito, dipinto e dorato, occhi di vetro;

cm. 175

Grottaglie (TA)

Oratorio della Confraternita del SS. Sacramento.

 

La paternità dell’opera è stata assegnata allo scultore napoletano Giuseppe Picano, a seguito del rinvenimento di un documento pubblicato dalla Pasculli Ferrara nel catalogo della mostra “Confraternite, arte e devozione in Puglia del Quattrocento al Settecento”.

La fonte rivela che la statua dell’Immacolata Concezione del Sacramento, mediante il principe di Cursi, duca di Grottaglie, al noto artista della statuaria lignea napoletana.

Giuseppe Picano, allievo del Sanmartino, evidenzia talento e sensibilità nelle sculture sacre, eseguite a Napoli: si segnalano S. Giuseppe col Bambino del 1771 nella Chiesa di S. Agostino alla Zecca e le sculture in marmo e stucco del 1781 nell’Annunziata.

Nel pregevole  modellato dell’Immacolata di Grottaglie, scolpito in sintonia con le teorie artistiche rococò, l’artista esplicita note di palpitante bellezza e arcadica grazia: l’Immacolata, avvolta da un ampio mantello svolazzante, è rappresentata su una nuvola con due teste di cherubini alati, mentre calpesta con il piede sinistro il serpente e la falce di luna.

Il recente restauro ha riscoperto l’elegante policromia e la raffinata decorazione rococò della veste e del drappo sulla testa; l’ideazione del ricco decoro vegetale e floreale, finemente stilizzato, intrecciato a fasce e nastri d’oro e d’argento, riscontra una conoscenza dell’arte serica napoletana, in particolare dei leziosi broccati coevi.

La composizione ariosa propone tendenze in linea con il linguaggio pittorico del De Mura, miste ad interpretazioni dei moduli dell’arte sanmartiana.

Palazzi

Immagine di Google, palazzo De Felice

PALAZZO COMETA

Con impianto a sviluppo sincronico, facciata pentacellulare e un elegante giardino padronale nella corte interna, è Palazzo Cometa (anticamente Maggiulli ) databile con precisione al 1603.

 

PALAZZO ETTORRE

Edificio che nasce da un raddoppiamento del corpo preesistente.

 

PALAZZO ORLANDO

Nella piazza principale (Regina Margherita) vi è Palazzo Orlando, databile a prima del 1646 grazie al ritrovamento dello stemma su di una parete appartenente ad un ampliamento di tale periodo. L’impianto di tale costruzione ricalca la logica dei palazzi dell’epoca: al piano terra erano localizzati i depositi e le stalle, raggiungibili direttamente dall’abitazione signorile, sempre posta al primo piano, nell’appartamento nobile, dove troviamo un ambiente doppio rispetto alle cellule normali.

 

PALAZZO PIGNATELLI

Su via Mastropaolo si affaccia il Palazzo Pignatelli (sec. XVII), sede di una delle famiglie più cospicue di Grottaglie.

 

PALAZZO DEL SECONDOGENITO O URSELLI

Di fronte al monastero di S. Chiara è il palazzo del Secondogenito, già appartenuto alla famiglia Cicinelli e attualmente noto come Palazzo Urselli; risale al secolo XVII.

Presenta una semplice facciata e un interessante cortile adiacente al portone di ingresso dall’aspetto tipicamente spagnolo, e ciò conformemente alla dominazione che si ebbe a Grottaglie in quel periodo.

 

PALAZZO BLASI

Palazzo Blasi presenta una facciata barocca, anche se molti sono gli elementi posteriori all’impianto originario. Una notazione importante: l’ingresso non viene posto sulla strada principale (simmetricamente rispetto alla facciata), ma è sacrificato sull’angolo della strada trasversale, per renderlo visibile dalla vicina piazza.

 

PALAZZO DEI PRINCIPI CICINELLI

Il palazzo fu costruito nella piazza principale dalla nobile casata napoletana nella seconda metà del secolo XVII. E’ un monumento deturpato sia perché trascurato in seguito all’abbandono dei proprietari per l’abolizione della feudalità; sia per i vari riadattamenti subiti.

Il prospetto è stato rifatto e stravolto nel secolo scorso per cancellare il ricordo feudale.

Nelle lunette dell’atrio si possono ancora vedere alcuni affreschi con scene e personaggi collegati alla famiglia dei feudatari.

 

PALAZZO DE FELICE

Palazzo De Felice è un imponente immobile del XVIII sec. (nel frontespizio della facciata si legge la data 1767) collocato nella suggestiva cornice di P.zza S. Lucia, nel centro storico.

L’edificio, prospiciente un grande giardino interno, fu acquistato da Comune di Grottaglie nel biennio 1987-88. Dopo circa dieci anni si è proceduto alla ristrutturazione del palazzo che versava in stato di avanzato degrado.

Con il suo corpo di fabbrica di stile barocco, aggiunto alla vecchia costruzione, è uno di quegli edifici che sul finire del XVIII secolo mutano il volto della città.

Foresta

immagine presa da Google

Oggetto di innumerevoli dispute, la foresta si presentava come un’autentica perla per l’economia rurale grottagliese. La foresta era un bosco di querce in cui era presente anche la macchia che, parallelamente alle altre colture tipiche dell’habitat, non sfuggiva alle attenzioni degli allevatori grottagliesi e martinesi che, con accanita concorrenza, tentavano di assicurarsi in gestione.

Particolarmente importante era la così detta Macchie dè Tordi, di cui purtroppo non si ha più memoria in quanto subì probabilmente delle trasformazioni colturali che cominciarono, del resto, a farsi sentire su tutto il territorio grottagliese.

Flora a Grottaglie

repertorio Google immagini

  Le raccolte flogistiche effettuate nella Gravina di Riggio hanno permesso di catalogare ben 321 differenti entità.

La ricchezza flogistica di Riggio trova in parte una spiegazione in considerazione della diversità degli habitat che in essa si succedono e si alternano in spazi molto ridotti.

Parte della gravina è ricoperta da macchia mediterranea, suddividibile a sua volta, in macchia alta, macchia bassa e gariga. La macchia è costituita essenzialmente dalle tipiche e caratteristiche “sclerofille sempreverdi”, cioè da essenze arbustive con spiccate caratteristiche di termoxerofilia come: Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Lonicera simplex, ecc.

Lo sviluppo della macchia è condiziato da vari fattori, in particolare essa è soggetta al tipo di substrato che, laddove diviene povero di humus e caratterizzato da roccia affiorante, favorisce l’instaurarsi di forme più stentate di vegetazione, fino a giungere a formazioni di cespugli bassi e prostrati con dominanza delle cosiddette “sclerofille microfilliche”.

In altre zone in cui la pressione antropica è più sensibile dominano specie “banali”, cioè entità sinantropiche o infestanti ad ampia diffusione e si possono rinvenire anche specie avventizie esotiche o specie sfuggite alla coltura.

Le pareti rocciose sono colonizzate da una rada e discontinua flora con prevalenza di camefite ed emicrittofite.