Corsi di lingue straniere e attività laboratoriali

Pubblicazione Bando Servizio Civile Universale 2019

Addio Felice Gimondi

Ciro Annicchiarico – Papa Giru

Nato a Grottaglie il 15 dicembre 1775, da Vincenzo e da Ippazia D’Alò, Don Ciro Annicchiarico noto anche come papa Girù, può ritenersi uno di quei personaggi che più colpiscono la fantasia e la curiosità.

Superati i dodici anni Don Ciro fu condotto a Taranto col padre e con lo zio (Giuseppe Paritaro, probabilmente il canonico più dotto del tempo), per seguire gli studi in uno dei seminari più antichi del regno, dove avevano studiato tanti ecclesiastici famosi, come il suo compaesano Padre Francesco De Geronimo, poi gesuita e gran santo missionario di Napoli. Prete a 24 anni. Tra il 1802 e il 1803 svolgeva la carica di “procuratore dei morti” del Capitolo.

Inclinò verso la massoneria e il giacobinismo e in paese era ritenuto il rappresentante della fazione carbonara che, si opponeva a quella borbonica e calderara. In seguito fu accusato dell’omicidio di un altro ecclesiastico per gelosia. Quest’ultimo era Don Giuseppe Motulese, nato ventuno anni prima dal detto Don Nicola e da Concetta D’Amicis, sorella del tesoriere del capitolo.

Il misfatto avvenne il 16 luglio 1803 sotto l’arco della Madonna del Lume, mentre egli si ritirava dalla processione della Madonna del Carmine, dove Don Ciro Annicchiarico lo attendeva vestito di una sorta di cappuccio e di una tunica bianca, pugnalandolo.

Accusato e incarcerato riuscì ad evadere più volte; dopo anni di vita raminga e difficile diventa il capo di una banda di briganti che in poco tempo terrorizzarono tutto il Salento; passa al brigantaggio politico riordinando la setta dei Decisi e mettendosi al servizio della Carboneria; tradito da tutti e fatto oggetto di una vera e propria campagna militare, guidata dal generale Richard Church, fu catturato e fucilato nella pubblica piazza di Francavilla, dopo un processo sommario, il 18 febbraio 1818.

La sua testa fu essiccata e messa in una gabbia, esposta, terrificante monito per tutti i grottagliesi, sull’orologio della piazza fino al maggio 1819.