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Cappella di Sant’Antonio

repertorio di google immagini

Una perdita gravissima è stata in questi anni quella della chiesa dei Cappuccini, o di S. Antonio, avvenuta in seguito all’abbandono dell’Ospizio della Mendicità da parte delle Suor Servite: quello che era un edificio dignitoso e carico di storia è divenuto un ricettacolo di immondizie e vandalismo.

Il grandioso complesso conventuale del secolo XVI domina sempre più mestamente la gravina del Fullonese e, purtroppo, pochi reperti sono stati messi in salvo nel vicino convento dei Paolotti, come le tre grandi e magnifiche tele della chiesa appartenenti al secolo XVII.

Cappella del Monticello

immagine presa da Facebook 

La cappella del “Centro Monticello” è stata consacrata il 1 ottobre del 1972 ed è stata intitolata alla Madonna di Lourdes e a San Francesco de Geronimo.

La planimetria della cappella si rifà ad un linguaggio classico dell’architettura clericale quale è la pianta centrale.

L’elemento di novità proposto è l’uso dello stereotipo locale del trullo, caratterizzato dalla robustezza del basamento e dalla particolare forma conica del tetto.

Le caratteristiche peculiari del trullo vengono enfatizzate nella base, mentre la copertura richiama la forma conica, ma stilizzata attraverso delle grosse curvature in cemento armato.

Ad enfatizzare lo stacco tra le due parti architettoniche del basamento e della copertura c’è una vetrata di circa 1,5 metri, che permette la smaterializzazione tettonica tra le parti oltre ad una diffusione costante e tenue della luce.

La copertura è sorretta da 8 grossi pilastri che nella parte basamentale vengono inglobati nella muratura di pietra di Locorotondo dando così un andamento sinusoidale al perimetro interno.

Nella parte superiore le grosse curvature convergono verso un lucernario centrale che permette la luce diretta dell’ambiente.

La superficie utile è di 364 m² e può ospitare circa 400 fedeli.

La sacrestia, attigua al presbiterio, è ricavata da un’introflessione del paramento murario, che lascia inalterata la forma circolare esterna.

Il presbiterio è posto in perfetto asse con l’ingresso al quale si accede per i gradini (simbolo del calvario di Cristo). L’altare prende spunto dall’idea del sarcofago prismatico ed è monolite in marmo.

Il tabernacolo sferico in ceramica è opera del prof. Vincenzo De Filippis su disegno dell’architetto Ginnico, mentre la colonna che sorregge la sfera è in cemento armato.