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Centro storico

Le notizie sull’origine storica del nucleo antico sono confuse e basate su informazioni indirette. Basti pensare che la cartografia più antica disponibile è stata resa pubblica solo nel 1943 in una biografia sul Santo grottagliese Fran

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cesco De Geronimo, senza peraltro citare la fonte del disegno che raffigura una pianta di Grottaglie nel XVII secolo, rivelatasi comunque piuttosto attendibile sulla base dei raffronti storici.

Quello che è certo è che a partire dal X secolo si datano i primi insediamenti nella zona che corrisponde all’attuale nucleo storico. Tale datazione conferma che il periodo di formazione del primo embrione del “Casale Cryptalearum” coincide con l’epoca della dominazione araba in Puglia (Bari era addirittura sede di un emirato). L’influenza islamica, che ha condizionato la strutturazione di molti centri nella regione, ha certamente agito sullo sviluppo del centro storico di Grottaglie, che si presenta come uno degli esempi più unitari                                                                                                       tra quelli pugliesi.

L’aspetto che oggi a noi appare del tessuto urbano antico può solo darci un’idea approssimativa di quella che era la città storica. Se si considera che, in base ad alcuni dati, nel 1648 a Grottaglie trovava alloggio una popolazione tra le 5000 e le 6000 unità, e che nel 1881 (periodo in cui comincia la prima espansione “extra moenia”) la città antica ospitava 9579 abitanti, si deduce che lo spazio costruito doveva essere in misura inferiore dell’attuale, con un tessuto molto più rado che prevedeva molti spazi interni liberi e coltivati ad orto.

Le prime trasformazioni si hanno già a partire dal ‘700 con rifacimenti ed ampliamenti dei corpi di facciata di alcuni palazzi nobiliari che danno spesso luogo a modifiche nel tracciato viario. Il nuovo “Borgo” al di fuori delle mura si attesta a Nord-Est, sul proseguimento dei tracciati stradali del vecchio nucleo. L’impianto assume un disegno tipicamente ottocentesco a scacchiera, oppure a “pianta mediterranea”.

La crescita demografica si mantiene pressoché immutata fino agli anni ’30, con un incremento di circa 800 abitanti ogni decennio, il che giustifica la limitata espansione edilizia che interessa soltanto un piccolo settore sul versante nord-orientale della cittadina jonica. Parallelamente alla crescita dei nuovi quartieri si assiste progressivamente allo svuotamento del centro storico, che si vede privato del suo ruolo centrale rispetto all’assetto funzionale della cittadina. La rete di comunicazione urbana assume il suo aspetto definitivo già a partire dal secondo dopoguerra, periodo in cui sono ormai tracciati gli assi viari lungo i quali si espanderà il nuovo tessuto edilizio. La crescita edilizia procede di pari passo ad un costante sviluppo demografico. Solo prima dell’ultima Guerra Mondiale si registra un lieve aumento del tasso di crescita, destinato poi a subire una impennata a partire dagli anni ’60, anni che segnano l’inizio di una vera e propria esplosione urbana.

San Ciro d’Alessandria d’Egitto

Foto vincitrice “Uno Scatto per San Ciro 2017”

NOME: San Ciro
DATA  E LUOGO DI NASCITA: III  secolo, Alessandria d’Egitto
PROFESSIONE: medico, poi Santo.
VITA: San Ciro nacque nel III secolo, ad Alessandria d’Egitto. Medico, non per una ricompensa terrena, bensì per quella celeste, nonostante la sua professione, egli fece una vita molto mediocre curando persone che non erano in grado di ricompensarlo. L’unico suo scopo della vita fu quello di far convertire le persone al culto di un Dio e alla fede di Gesù Cristo.
Il Prefetto di Alessandria del periodo di Diocleziano, Siriano, venuto a conoscenza dell’esercizio di Ciro, ordinò subito il suo arresto. Ciro fuggì in esilio nell’ Arabia, al confine con l’Egitto e qui, in solitudine, conobbe un modo migliore per guarire i malati, e cioè attraverso Dio, e con la Sua parola  fu capace di diffondere il valore della luce del Vangelo. Arrivate queste notizie del comportamento di Ciro, Giovanni di Edessea si volle recare ai suoi cospetti per divenire simile a lui. Intanto a Ciro era arrivata la notizia che le vergini Teodista, Teodota ed Eudossia, insieme alla madre Anastasia, erano state prese prigioniere e condotte a Canòpo. Temendo che attraverso le torture o per la debolezza del sesso. queste potessero venire meno alla fede, assieme a Giovanni andò da loro per infondere coraggio. Ma una volta arrivato a Canòpo, Ciro fu scoperto ed incatenato e, sotto gli occhi in lacrime delle stesse donne, fu bastonato e bruciato con delle fiaccole. Ciro affrontò con animo forte queste torture, ed ebbe la stessa forza anche quando fu cosparso d’aceto e sale e immerso nella pece bollente. Tentato ancora molte volte, e rimanendo egli fermo nella fede, il 31 gennaio, colpito con la scure, subì un eroico martirio, al quale fu associato lo stesso Giovanni.

Antiche Mura e porte

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La porta principale del paese, detta di S. Angelo, s’innalzava di fronte all’attuale Monumento dei Caduti in piazza IV Novembre.

Doveva essere imponente e non priva di pregio; vi campeggiavano i simboli feudali della curia tarantina insieme con la lunga iscrizione che purtroppo non è pervenuta.

Venne abbattuta nel 1868 per malintesi sentimenti di modernità insieme con le mura trecentesche che cingevano l’antico abitato.

Da porta S. Angelo, sita all’angolo sud-occidentale del paese, le mura puntavano verso nord raggiungendo il complesso conventuale del Carmine ove anticamente era la Torre del Vento; deviavano poi verso Oriente lungo l’attuale via Caraglio “Li MuragghiJ” raggiungendo il castello ove s’apre ancora la porta detta di S. Giorgio per la quale si andava a Francavilla; al fortilizio trecentesco erano attaccate le poderose mura che scendevano verso sud dominando il quartiere dei figuli; infine ripiegavano ad Occidente incontrando porta S. Antonio nel rione dei conciatori “Li Cunzaturi” e ricongiungendosi alla porta principale.